NOTIZIE SUL BIODISEL

IL BIODIESEL NEL GASOLIO
Da qualche anno ormai, il Parlamento Europeo, facendo leva sulla direttiva 2009/28/CE, e sul decreto attuativo del 23/12/2017, stimola i produttori di combustibili fossili all’utilizzo, in percentuali che vanno dal 4% al 7% di biocombustibili, ovvero combustibili di natura vegetale, da miscelare al gasolio o alla benzina originali. Nei prossimi anni si assisterà inoltre ad un incremento delle percentuali della parte bio contenuta.
Lo stesso Parlamento però sottolinea il fatto che la NORMA DI RIFERIMENTO per il gasolio da autotrazione è e rimarrà la UNI EN 590, che ammette percentuali di biodiesel da un minimo di 0% ad un MASSIMO del 7%.
Il mercato nazionale oggi è caratterizzato da una configurazione a “macchia di leopardo”, ovvero la maggior parte del territorio è coperta da distributori che offrono gasolio con BIODIESEL al 7%, mentre esistono zone, molto meno estese, dove viene importato gasolio, soprattutto dai paesi dell’ ex-Jugoslavia, a cui non viene aggiunta la parte “bio”.

COSA FARE DUNQUE?
Rothen, negli anni, ha comunicato in modo molto approfondito tutte le conseguenze dell’utilizzo di BIOCOMBUSTIBILI nel motore. Qui vogliamo semplicemente aggiungere che il biodiesel è stato scelto per donare maggiore lubricità al gasolio nel momento in cui il legislatore ha deciso di eliminare, per questioni ambientali, lo zolfo presente nel greggio di partenza. Il biodiesel infatti è in grado di donare maggiore lubricità al combustibile originario, sostituendosi in questo allo zolfo, presente, fino a qualche anno fa in quantità importanti ed oggi limitato a 10ppm.

Ecco quindi che lì dove questo venga meno, il gasolio perde parte di lubricità e di conseguenza ha necessità di un additivo che aumenti questa caratteristica fondamentale per tutti quegli elementi del sistema di alimentazione che andrebbero, altrimenti, in crisi. Ne parleremo approfonditamente in seguito.
Quindi, cosa fare? Semplice, utilizzare un additivo gasolio biocida. Ma quale scegliere?

MA I BIOCIDI SONO TUTTI UGUALI?
Questo accade principalmente, ma non solo, in quei settori dove è fondamentale il buon funzionamento del mezzo: Agricoltura, Movimento Terra, Truck & Bus.
Ad aggravare la situazione c’è anche un aspetto molto importante, e cioè che, se tale problematica non viene trattata nel modo corretto, tende a ripresentarsi nel giro di poco tempo. E’ quindi necessario non solo trattare con prodotti realmente efficaci, ma anche utilizzare una procedura corretta per debellare completamente il problema.
Da una prima e veloce analisi di mercato emerge che esistono diversi prodotti biocidi per gasolio. Se andiamo a vedere di tutti la scheda di sicurezza questa si presenta in modo molto simile; in particolare presentano tutti i medesimi pittogrammi di pericolo.
La figura inserita in questo testo mostra i tipici pittogrammi di un additivo biocida che viene utilizzato in percentuali dall’ 1‰ allo 2‰.
E’ evidente che una scheda di sicurezza che presenta questa serie impressionante di pittogrammi potrebbe scoraggiarne un utilizzo non professionale. Ma non è tutto, infatti LA NORMATIVA SUI BIOCIDI NE VIETA L’UTILIZZO NON PROFESSIONALE. Ecco quindi che un prodotto con tali caratteristiche non può essere venduto liberamente, ma solo ed esclusivamente da officine specializzate. Inoltre deve essere ben esplicitato l’utilizzo professionale di tali prodotti.

Oggi la ricerca di prodotti sempre più “facili” da utilizzare è comunque molto sentita. Questo è anche uno degli obiettivi di ROTHEN, che sempre più si propone come leader nel progettare, produrre e commercializzare prodotti di eccellente qualità ma che rispettino gli utilizzatori finali e l’ambiente.
La continua ricerca di soluzioni innovative ha portato ROTHEN a individuare un particolare principio attivo battericida che permette di avere una scheda di sicurezza più “leggera” dal punto di vista dei pittogrammi di sicurezza.
Se infatti prendiamo in considerazione il trattamento antibatterico ROTHEN BIO, questo svolge un eccezionale azione contro la proliferazione batterica, pulendo il circuito di alimentazione ed il serbatoio già da una sola prima applicazione in percentuali dello 1‰.
La figura sotto riportata evidenzia come la scheda di sicurezza del Rothen BIO NON RIPORTA due frasi di rischio piuttosto impattanti come la H341 “sospettato di provocare alterazioni genetiche” e la H350 “può provocare il cancro”. Sul mercato, al momento ci vantiamo di essere GLI UNICI in grado di poter predisporre una scheda di sicurezza in cui non compaia il pittogramma del teschio, che di certo non è rassicurante.

La domanda successiva che l’utilizzatore potrebbe porre è: “ma funzionerà bene come gli altri?” Man-cando magari dei principi attivi “aggressivi” si otter-rà lo stesso risultato? La risposta è ovviamente affermativa!
Per dimostrarne l’efficacia in questa news vogliamo evidenziare dei report di prova fatti presso un labo-ratorio accreditato. I test sono stati fatti con Gaso-lio Campione e successivamente aggiungendo pri-ma l’1‰ poi lo 1,5‰ e successivamente il 2‰.
Come si può vedere partendo da un gasolio forte-mente contaminato con una carica batterica di ol-tre 10.000 UFC/l dove UFC è l’acronimo per Unità Formanti Colonia ed è appunto l’unità di misura della concentrazione batterica utilizzata nelle anali-si (UFC/l indica la quantità di colonie di batteri pre-senti in 1 litro di fluido, gia con un trattamento all’1‰ si passa a 200 UFC/l per i batteri ed a 260 UFC/l per lieviti e muffe. Questo risultato è già sor-prendente in quanto il gasolio risulta comunque ido-neo già con valori di 400 UFC/l per entrambi i valori. Aumentando via via le dosi si raggiungono risultati sempre più eclatanti come illustrato nella figura qui sotto